I luoghi degli scrittori veneti: itinerario dedicato a Ippolito Nievo

24 Ott , 2021 - Regione Veneto

I luoghi degli scrittori veneti: itinerario dedicato a Ippolito Nievo

Qualche tempo fa ti avevo raccontato degli scrittori Veneti, quegli scrittori che lungo il Piave avevano trovato ispirazione ma anche vissuto vicende che avevano segnato in qualche modo la loro vita. Tale vicende avevano influenzato il loro modo di scrivere.

Se non ricordi di cosa parlo ti rinfresco la memoria: qui ti lascio l’itinerario lungo il Piave, dove ti parlavo di Giacomo Noventa, Ernest Hemingway e Goffredo Parise.

Anche quest’anno ho avuto modo di tornare e ho potuto invece scoprire un nuovo itinerario dedicato a Ippolito Nievo e ai luoghi che lo hanno ispirato nella scrittura di Memorie di un Italiano: è un itinerario non più lungo il Piave ma a cavallo tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, nelle cittadine di Portogruaro, Cordovado e Fratta di Portogruaro.

L’itinerario è stato anche parte di Sì, Viaggiare – Festival della letteratura di Viaggio, giunto alla seconda edizione e quest’anno si è svolto a Jesolo Lido.

Chi era Ippolito Nievo

Ippolito Nievo nasce a Padova il 30 Novembre 1831 ed è figlio di una famiglia benestante. Inizia fin da giovane a dedicarsi alla letteratura e vede nel nonno una figura di riferimento, dato che questi lo aiuta nell’alleviare la solitudine mentre si trova a Verona per gli studi.

Segue le idee del Mazzini e si iscrive a legge a Padova, dove si laurea più per richiesta della famiglia che per interesse personale. Nel frattempo dà origine alla sua opera più importante: nel 1855 inizia delinearsi quella che sarà la sua opera più importante: Le Confessioni di un Italiano.

Nel frattempo collaborò con alcune testate giornalistiche ma nel 1860 si imbarca per la spedizione dei Mille – è il numero 960 – . Ma dopo la conquista del Regno delle Due Sicilie gli viene dato il compito di riportare i documenti amministrativi inerenti alle spese sostenute dalla spedizione. Salpa da Palermo a bordo del piroscafo Ercole la notte tra il 4 e il 5 Marzo 1861, con direzione Napoli.

La nave affonderà in circostanze misteriose: nè lo scafo e né i corpi delle persone a bordo saranno mai ritrovate.

Un secolo dopo Stanislao Nievo, suo discendente, inizia un’indagine giungendo all’ipotesi che il Piroscafo sia stato volutamente affondato per coprire i finanziamenti internazionali – in particolare inglesi – a favore della spedizione dei Mille. Stanislao scrive il libro “Il prato in fondo al mare”, un immaginario diario di bordo che narra il viaggio del piroscafo. Decide di scriverlo subito dopo le celebrazioni del centenario della morte di Ippolito Nievo.

Portogruaro

La prima tappa dell’itinerario dedicato a Ippolito Nievo inizia da Portogruaro, città quasi al confine Veneto col Friuli Venezia Giulia. Nel passato Portogruaro era una città di mercanti, e all’epoca della Serenissima, Venezia aveva interessi a controllarla, dato che il fiume Lemene, su cui sorge Portogruaro, sfociava a Caorle e sul Mar Adriatico. Portogruaro era quindi una porta di accesso per Venezia all’entroterra friulano e soprattutto verso l’Austria.

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Portogruaro

A poca distanza dal Lemene, vicino al Parco della Pace, si trova la Villa Comunale, uno degli esempi di villa Veneziana: molti Veneziani per controllare i loro commerci ma anche per poter evadere da Venezia ed andare in villeggiatura fecero costruire qui le loro ville. Nievo frequentava tra le altre, anche villa Marzotto, ma soggiornò spesso dallo zio Augusto Marin a Palazzetto Fratto in Corso Martiri della Libertà.

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Villa Comunale

Ma non c’è solo villa Comunale, ci sono anche molti palazzi in stile Veneziano lungo le vie di Portogruaro, palazzi da ammirare col naso all’insù.

E’ tra le vie del centro storico che Nievo ambienta la rivolta Popolare del 1797. Ma oltre che a seguire l’itinerario dedicato a Nievo, io ti consiglio di andare fino ai Mulini di Sant’andrea, forse il luogo più iconico e scenico di Portogruaro: i mulini si trovano sul Lemene e fanno da protagonisti ad uno scenario unico.

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Palazzi a Portogruaro

Solo per tua informazione, all’incrocio tra Via Garibaldi e Via Abbazia si trova Piazza Ippolito Nievo con una statua del volto a lui dedicato.

Se invece vuoi saperne di più ti invito a leggere il post su cosa vedere a Portogruaro, che ho scritto tempo fa, dove trovi tutti i luoghi di interesse della città.

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Il Cortino di Fratta di Portogruaro

Il Cortino di Fratta di Portogruaro è il luogo centrale nell’opera di Nievo. E’ conosciuto anche come il Castello di Fratta, ed è un castello che fu demolito all’inizio del ‘700 ma del cui Nievo conosceva l’esistenza, dato che frequentava gli zii a Teglio Veneto, località poco distante. Le prime tracce di questo castello risalgono al 1186, mentre la prima documentazione risale al 1244.

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Il Cortino di Fratta

Del Castello di Fratta resta ben poco, solo delle rovine. Purtroppo venne “smontato” pezzo per pezzo: i pezzi sono andati perduti, altri furono usati per costruire case della zona.

Tutto ruota attorno ad un edificio, chiamato il Cortino di Fratta, una casa di campagna restaurata e rinnovata dove al piano superiore si trova il museo letterario dedicato ad Ippolito Nievo, il Museo Nieviano.

Nel Museo vi si trovano documenti e cimeli dello scrittore, alcune sue opere – anche in lingua straniera – e alcune copie di giornali con cui Nievo era solito collaborare.

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Quel che resta del Castello di Fratta

Se tutto ruota attorno al Cortino, non è da dimenticare il Castello. Purtroppo ne restano solo delle rovine, ma l’incredibile lavoro di ricerca documentaristica, storica e anche geografica, ha permesso di riportare alla luce quel che restava del Castello.

Come ci viene raccontato, è stata un’iniziativa “un po’ da pazzi” dato che come si è soliti fare, per certi lavori si coinvolgono i parenti. Al termine del turno di lavoro si chiedeva ai parenti, specie a quello che aveva la benna – non farò nomi perchè preferisco tutelarne l’anonimato – di venire a dare una mano nella ricerca del castello.

A ciò contribuisce anche l’Università di Padova, che organizza le indagini georadar, quindi si scava in punti precisi. Viene riportata alla luce quello che resta del castello.

Ad oggi si può vedere quel che resta della pianta del Castello di Fratta. C’è da aggiungere anche che questo castello fu costruito per volere del Vescovo di Concordia, assieme al Castello di Fossalta di Portogruaro e al Castello di Mocumbergo. Di questi due non resta nulla.

Di particolare interesse, di fronte alle rovine del castello, si trovano le rose del Cortino, diverse tra loro, mentre poco lontano si trova il Bosco del Buranello.

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Rose

Cordovado: il borgo, la fontana di Venchiaredo e i Mulini di Stalis

Le ultime tappe di questo itinerario dedicato ad Ippolito Nievo si trovano tra Cordovado e Sesto al Reghena e tempo indietro avevo visitato questi luoghi per conto mio, narrando già di questi luoghi e accennando a Nievo.

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Cordovado

Di entrambi i borghi avevo già scritto – basta cliccare sul link per scoprire cosa vedere – e Cordovado è stato inserito nel 2005 tra i borghi più belli d’Italia. Nel post di Cordovado ti spiego anche l’origine del suo nome.

A Cordovado, Nievo ambienta le vicende dello Spaccafumo, il fornaio del paese.

Il percorso a Cordovado inizia dall’antica Pieve di Sant’Andrea, per poi avviarsi verso il centro del Borgo. Lungo il tragitto si incontra Piazza Nievo, si attraversano le mura e si accede al centro storico di Cordovado.

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Pieve di Sant’Andrea, Cordovado

E’ qui che si trova il Castello di Cordovado, che ti invito anche ad andare a vedere.

Nievo ricorda altri due luoghi di questa zona: per primo la fontana di Venchiaredo, descritta da lui come una grande e limpida fontana dalle qualità refrigeranti e salutari.

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Fontana di Venchiaredo

La fontana si trova nel comune di Sesto al Reghena, ed è il luogo in cui sboccia l’amore tra Leonardo Provedoni e Doretta, figlia del Cancelliere di Venchiaredo. La fontana si trova in una macchia di bosco ed una tra le tante sorgenti d’acqua della zona.

Il secondo luogo sono i Mulini di Stalis: il nome Stalis significa stalla e fa pensare che questi mulini si inserissero in un contesto molto più ampio, con la presenza di animali e contadini.

E’ qui, ai Mulini di Stalis, che Nievo narra dell’amore tra il Medico Lucilio e la Contessa Clara, mentre vengono sorpresi lontano dal castello di Fratta, assediato da un tumulto popolare.

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Mulini di Stalis

Ho trovato questo itinerario molto interessante. Se sei interessato a percorrere questo itinerario, puoi sempre contattare TVO – link qui sotto – e chiedere di percorrerlo sulle orme di Ippolito Nievo.

Post in collaborazione con ATVO e TVO.


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